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Racconti

mercoledì 10 novembre, 2021

Un Randonneur a Capo Nord

Come a 77 anni andare da Rivereto a Capo Nord in 21 giorni: 4.700 Km. e 32.000 m. di didlivello

di BAVA GIANDONATO

Sono un Randonneur di non vecchissima data: ho fatto la mia prima 400 Km. nel 2017, ma da allora ho partecipato, divertendomi, a tanti eventi. La mia diversamente giovane età mi ha complicato le cose e lo scorso anno, per superati limiti, non ho potuto iscrivermi alla 1001 Miglia.  Che fare? Rinunciare a qualche bella avventura, diventare un pantofolaio? Certo che no! Ho scoperto la bellezza delle Super Randonnèe: le 600 Km. con oltre 10.000 metri di dislivello da percorrere in autonomia turisticamente o con il tempo limite di sessanta ore. L’aver scoperto tale bella opportunità con la Prealpina, dell’amico Fulvio Gambaro, la 3 Nazioni (Tour Mont Blanc) Biella- Biella, fatta con Silvano Tomasi, e la Monti Liguri di Levante, con fatta in parte con Daniele Bonvicini mi ha anche spinto a organizzare il percorso della SR Bel Piemonte, percorribile in tutte le stagioni e che attraversa i più bei posti del Piemonte. Succede anche che, parlando con Aris Quadri, mi annuncia che festeggerà i suoi 50 anni partecipando alla North Cape 4000.  Che fare? Voglio anch’io festeggiare i miei ……anta… ed eccomi iscritto.   La North Cape 4000 è una gara Ultra Cycling, senza supporto e in assoluta autonomia, di 4.500 Km. e 32.000 di dislivello che attraversa il continente Europeo, 11 nazioni, partendo da Rovereto per arrivare a Capo Nord. Ho preso la decisione dopo l’analisi del percorso, del tempo massimo, 22 giorni, che dovrebbe essere alla mia portata e con la volontà di concorrere del più vero spirito Rando: fare una nuova esperienza con un viaggio impegnativo ma avvincente, di una lunghezza e durata per me inusitate, ma senza alcuna ansia da prestazione godendo in pieno l’avventura. Il Virus ha poi complicato il tutto, facendo annullare la partenza prevista lo scorso anno e tenendo nell’incertezza, fino a giugno, la possibilità dello svolgimento quest’anno. Fin da inizio stagione ho tenuto presente che avevo un impegno su lunga distanza in luglio, ma alla fine ho percorso il mio normale kilometraggio e fatto nulla di particolare. Anche il mezzo che ho utilizzato rientra nella più completa normalità: avevo fatto approntare un nuovo telaio, che avrebbe dovuto essere più confortevole, equipaggiato con i freni a disco, un gruppo più moderno e rapporti leggermente più agili, ma alla fine ho scelto la vecchia e fida bici da strada in carbonio con il solido e datato gruppo SRAM Apex, Compact 50/34 a 10 rapporti 11/32, cerchi in alluminio Deda Elementi Zero 2, Copertoncini da 25 Vittoria Zaffiro, freni tradizionali: quanto di più normale, basico e ultra collaudato per un peso di circa 8 Kg a nudo. Verificato e messo a punto in modo impeccabile dal fido Paolo Capella. Una scelta che mi ha dato sicurezza e tranquillità. Per il bagaglio un borsone sottosella, una borsa al manubrio, una al tubo orizzontale e una borsettina sopra il tubo orizzontale hanno fatto salire il peso a circa 16 Kg. Molto dell’abbigliamento portato è rimasto inutilizzato: ho sempre usato, con gli opportuni lavaggi, gli stessi pantaloni e maglie e ha funzionato benissimo il giacchino tecnico, il copri pantalone e le galosce copri scarpe per la pioggia (che non è mancata ed è stata talora importante). Partenza da Rovereto (TN) il 24 luglio per 198 concorrenti, tempo limite 22 giorni; da attraversare Slovenia, Croazia, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia e Norvegia. Passaggi con obbligo di firma:

·         G1 – Lago Balaton (Hungary)

·         G2 – Cracovia (Poland)

·         G3 – Riga (Latvia)

·         G4 – Rovaniemi (Finland)

Termineremo l’impresa in 110 ed io di 77 anni, il meno giovane alla partenza e il meno giovane tra gli arrivati, senza fare nulla di particolare, sarò prima del centesimo in 506 ore di tempo totale di cui 286 in bici e 226 effettivamente pedalate, alla media di 20,7 Km/h, con un giorno d’anticipo sul tempo consentito. E’ stata una bella soddisfazione  ed un’esperienza diversa da PBP, 999, Alpi 4000 o le SR di cui ho già avuto esperienza. La prospettiva della lunga durata dell’impegno induce ad un più attento utilizzo delle energie disponibili; la mancanza di supporti, il territorio completamente nuovo ed estraneo, il problema delle lingue e dell’alimentazione introducono ulteriori  problematiche da gestire, il tutto però gratificato da paesaggi, città, scoperte e novità che sono un premio alla fatica del pedalare. La prima settimana l’ho vissuta con grande intensità sia per il gran caldo, che per gli importanti dislivelli (  circa 16.000 m. su 1.500 Km.  entità paragonabili alla 1001 Miglia) e perché fatti ai ritmi dettati dai giovani compagni di gruppetto Massimo Perassi, Daniele Bonvicini, Marco Casadio e Gianluca Gallegati. La saggezza mi ha imposto, successivament , di affrontare secondo le mie esigenze e la mia esperienza quello che mi restava davanti e cioè circa 3.300 Km. e lasciare che i 4 amici continuassero ai loro ritmi: infatti sono arrivati a Capo Nord ben 3 giorni prima di me. Ho anticipate le partenze alle ore più fresche, ridotto le velocità ed allungato i tempi in bici per cui , aiutato anche da una riduzione del caldo, tranquillamente e senza grossi imprevisti  ho fatto quanto mi mancava alla conclusione, percorrendo oltre 2.000 Km. in  solitudine assoluta. Certo, problemi ci sono stati: errori di percorso con deviazioni anche abbastanza lunghe, crisi di fame e di sonno, incomprensioni con il personale del traghetto tra Tallin e Helsinki, per cui mi hanno tolto 6 ore di sonno, ma tutti eventi che, cercando di non perdere la calma ed il controllo, ho superati ed hanno dato un pizzico di “suspense” all’avventura. Quello che più mi ha colpito sono stati la civiltà, l’educazione ed i rispetto per il ciclista in tutti gli stati attraversati: niente clacson, sorpassi solo dove consentito  e con abbondante rispetto delle distanze di sicurezza, ampie piste ciclabili con diritto di precedenza, inoltre niente muri imbrattati, strade, salvo rare eccezioni, perfettamente tenute e senza buche. Restano nel ricordo le pianure coltivate di Ungheria e Polonia, i loro vecchi villaggi di casette in legno perfettamente conservate, i boschi , i laghi, le grandi distanze quasi spopolate di Finlandia e Norvegia; le numerose renne ai bordi delle strade, le cicogne, sempre in coppia, dal’Ungheria fino all’Estonia,il severo ambiente della tundra, le ondulate coste dei fiordi e la terrificante galleria che porta dalla terraferma all’isola di Magerøya, dove è situato Capo Nord. Le capitali e le grandi città attraversate : Cracovia , Budapest, Riga, Helsinki: importanti con centri storici  pulsanti di turismo e periferie piuttosto uniformi  e che, talora, sono state un problema per seguire correttamente il percorso prefissato; la grande cura, ovunque, degli spazi verdi pubblici e privati. L’evolvere del parco automobilistico da Slovenia e Ungheria, piuttosto datato,  al lusso ed elettrico della  Norvegia. Il fluire del turismo nei tanti campeggi della regione dei laghi in Finlandia. I colori e le luci del cielo talora plumbeo o nuvoloso che si riflette nell’acqua dei laghi, la lunghezza delle giornate per cui non è stato  necessario usare le luci. Ma più di tutto è stata sorprendente  la capacità del mio fisico di adattarsi allo sforzo ed all’impegno richiesto: progressivamente i problemi di dolorini e affaticamento sono quasi scomparsi in un progressivo adattamento di ritmi e modalità alle energie ancora disponibili e mai ho dovuto superare il sottile limite tra fatica e sofferenza. Gli ultimi 1.100 Km. li ho percorsi in compagnia di un nuovo amico: Giuseppe Favero di Conegliano Veneto: le nostre strade si sono incrociate in un albergo ad Alojas e, dopo tempistiche diverse, ci siamo fatti compagnia e dato reciproco sostegno da metà Finlandia all’arrivo e anche dopo, nelle varie operazione di imballaggio bici e trasferimento all’aeroporto di Alta. Un aiuto importantissimo ed una tranquillità nel viaggiare ci sono venuti da Silvia, Andrea e Stefano che, da casa, ci seguivano grazie al GPSR, verificavano che continuassimo ad esistere e  ci hanno trovato le varie sistemazioni  a fine giornata: un di più indispensabile!! Un’esperienza ed un bel viaggio, al di la dell’aspetto competizione insito nella North Cape 4000, che mi fanno riflettere sulla potenzialità di percorsi, anche su lunghissime distanze, che potrebbero essere Ultra Super Rando permanenti,  nuove sfide e nuove avventure in bici.    

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